Il Nulla.

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Stop di piatto, tiro, colpo di tosse.

Le lunghe attese di chi non sa parlar francese, le attese vane a guardar le americane. Gesù è arrivato solo terzo. E guardo il mondo da un oblò, mi scazzo un po’. Gli alberi si agitano dopo la tempesta, il sole esce a fare festa. Le mille bolle acide, le bombe a carta rapide. Roma andata e ritorno, la capitale dei nostri film porno. Il sale sulle ferite. La nebbia delle nostre gite. A Roma non ci vado più, no non posso devo. Li manderei affanculo per un intero Medioevo. Basso, alto, vecchio e nuovo, li manderei affanculo in dolce stilnovo.

Stop di piatto, tiro, colpo di tosse.

Hai da accendere? Ceno da solo, ceno in compagnia, ceno con gli amici di Signora Nostalgia. Gli scritti in rima mi fanno cagare, le scritte sui muri sono da analizzare. La grafia dei miei pensieri è più che riconoscibile, per l’ispettore Derrick facilmente riconducibile. A me. Usciamo dalle rime, usciamo da sta cosa. Torniamo a quella casa di giochi e biciclette. Che gli scritti in rima mi fanno cagare ve l’ho già detto? Sì? No? Chissenefrega. Tanto pedalo.

Stop di piatto, tiro, colpo di tosse.

Il catarro della primavera su cui scivola l’inverno provoca sempre file interminabili sulle tangenziali. Ingorghi tra Roncobilaccio, Firenze Scandicci e i miei pensieri. Decine di pausa caffè per scappare da Napoleone, quando basterebbe la tundra. Decine di pausa caffè per impiccare Napoleone. Sant’Elena. Crepa. Il caffè era senza zucchero. Che morte amara. Dolce, per me.

Stop di piatto, tiro, gol.

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