Siete la generazione di fenomeni, di gioventù bruciata, del boom economico che alla fine è scoppiato, della violenza nelle piazze in nome degli ideali; siete la generazione delle mille repubbliche, la generazione che ha stentato a lasciarci anche le chiavi di casa, la generazione del “ma sì, per quattro pile scariche, che vuoi che sia? Buttale nell’indifferenziata!”. Siete la generazione delle carriere, dei titoli di studio, del dottore e dell’avvocato, delle auto di lusso e di “mio figlio ha un master e parla tre lingue”. Siete la generazione dei condoni, dell’inciucio, delle urla in casa come in parlamento, delle super pensioni per i politici, i dirigenti e anche i ferrovieri. Siete la generazione del “e chi potevano fare, se non Napolitano?”. Questa doveva essere la volta in cui avreste dovuto consegnarci questo straccio e invece no, ve lo siete tenuto ancora un po’. Io spero solo che, quando arriverà il nostro turno, saremo ancora abbastanza lucidi da capire che il nostro tempo sarà già passato e consegnare tutto direttamente alla generazione che verrà; perché noi, noi, noi siamo la generazione che non c’è.
Generazione di fenomeni
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